venerdì 25 maggio 2012

La riscossa di Mr B.

Ne stiamo vedendo di ogni..il ritorno di Silvio, i grillini che impazzano nei comuni emiliani e Italia Futura di Montezemolo che forse si presenterà alle politiche del 2013. In tutto ciò il PD sembra scomparso e l’UDC un ricordo.
Ce n’é per tutti i gusti in questo momento di grande sconquasso per la vita politica del Paese.
Bene il rinnovamento, bene le nuove proposte ma l’impressione è sempre che le facce sono quelle e le proposte altrettanto. E anche i tanto outsiders grillini stanno incappando in queste ore nel cronico malessere dei partiti italiani: le divisioni interne e le polemiche.
Il tutto genera nell’elettore medio, che si accingerà al voto tra pochi mesi, un senso di disorientamento e squallore che nessuno ha ancora raccontato.
E nel bel mezzo di questo marasma, spunta fuori una proposta dall’accoppiata Berlusconi-Alfano a dir poco ridicola. Riformiamo la Costituzione a tal punto da far diventare il nostro sistema un semipresidenzialismo alla francese. Ma siamo impazziti?
Nulla togliere al sistema d’oltralpe che ha i suoi vantaggi e sicuramente garantisce maggiore governabilità al Presidente e al Primo ministro, ma in Italia sarebbe realizzabile?
Questa uscita del papi sembra essere come al suo solito solo fumo per i suoi giornali.
Il Parlamento non riesce a votare una riforma decente sul lavoro, sulla giustizia, sul sistema elettorale e la proposta è addirittura una riforma in questo senso.
Non ci riusciranno mai e Silvio questo lo sa bene, ma in vista delle elezioni oltre a blaterare riforme del suo partito, inventa proposte rivoluzionarie che lo ripiazzano esattamente dov’era. In un qualsiasi altro Paese lui sarebbe in carcere, non sarebbe mai diventato un politico e soprattutto, dopo l’ultima agghiacciante legislatura, si sarebbe dimesso. Invece rispunta fuori con questa follia mascherata da innovativa proposta.
E’ vero il Parlamento italiano soffre di una cronica paralisi (causata in gran parte dalla nuova legge elettorale voluta dallo stesso PDL, (vedi anche "Nuova legge elettorale, ESIGIAMOLA) che permette una frammentazione estrema, resa ancor più grave dalla tradizionale attitudine ad essere tutti amici nelle liste pre-voto e tutti nemici una volta arrivati in Parlamento.
Quindi chi vince, con maggioranze risicate, soffre anche di crisi interne e non combina nulla di buono.
Ed allora mio caro Mr. B sapete di cosa vi dovete occupare?
Punto primo:  ripensate seriamente alla legge elettorale
Punto secondo:  portate in aula esempi votando finalmente la riduzione dei parlamentari e degli indennizzi
Punto terzo: riducete la pressione fiscale sulle aziende controbilanciandola con la patrimoniale, in modo da rilanciare la produzione ed il consumo
Punto quarto: battetevi in Europa su proposte serie per la crescita e uniformate le politiche fiscali in modo da convincere la Germania a concedere gli Eurobond(vedi anche Merkel VS Eurobonds)

Che si dica agli italiani che non sarà il presidenzialismo a salvare il Paese, perchè il punto non è la forma ma la sostanza.
Il problema è chi dice e poi non fa...mio caro Mr B. 

2 commenti:

  1. questo articolo non dice nulla, mi sembra, nessuna proposta seria (ripensare una nuova legge elettorale? ma se le abbiamo provate tutte? che sbarramento vogliamo porre stavolta? il 15 per cento con un premio di maggioranza da lotteria nazionale? e così sarebbe più democratico, secondo lei, di un presidente della repubblica scelto dai cittadini, e che abbia poi i poteri di governare da subito? naturalmente con i dovuti contrappesi come un senato con potere di veto secco eletto su base regionale (una sorta di congresso americano)... queste sono proposte, non la vacuità che impera da settant'anni, ormai lo vediamo tutti, la maggioranza degli italiani vuole una grande riforma della nazione nel segno della governabilità e della trasparenza, e quindi l'unica rimane il presidenzialismo, una terza repubblica, insomma, da costruire in tempo per elezioni ma venendo incontro naturalmente a tutte le possibili limature e contrappesi... è necessario anche per la vetustà della nostra costituzione che fu compilata sulla "punta delle baionette" della guerra civile che poteva scoppiare da un momento all'altro e da una rappresentanza costituente che non rifletteva la reale volontà popolare, visto che alle prime elezioni politiche il "fronte popolare" andò sottoterra e non ne uscì più fino al governo prodi bis, con Dalema, se, anche dimenticando per un momento che non era andato al potere con i voti ma con la delega presidenziale, dicevo se si può considerarlo una espressione di quel fronte rivoluzionario risultato perdente su tutta la linea per tutto il novecento italiano, tenendo conto anche dell'ennesimo "contrordine compagni" epocale della Bolognina.

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    1. Rispetto l'opinione e sono d'accordo sulla necessità di riforme strutturali serie. Il punto però è che l' articolo non voleva esser un NO al semipresidenzialismo o al presidenzialismo come forma democratiche in generale. Era piuttosto valutare il mittente ed il significato mediatico di questa proposta. Certo l'Italia ha bisogno di rivedere il suo sistema concepito, come da lei ricordato, in un tempo in cui la priorità era la rappresentanza e non la governabilità. Ma il problema è che oltre ai pro e i contro che un sistema o l'altro possono avere, bisogna essere concreti. Per riformare la Costituzione serve una maggioranza unita e compatta che non esiste nel Parlamento attuale. Invocare alla svolta epocale per un Parlamento che non è in grado nemmeno di votare all'unanimità una legge contro la corruzione, valore che dovrebbe essere uniformemente condiviso in una democrazia, sembra un pò azzardato. Rivedere la legge elettorale, ponendo al centro la scelta diretta dei cittadini, potrebbe essere un passo verso un cambiamento. E' ovvio che dinnanzi ad un elettorato frammentato, l'organo chiamato a rappresentarlo lo sarà di conseguenza, a prescindere dal sistema scelto. Ci sono problemi di governabilità in questa Italia ma non sarà la forma a cambiare la sostanza. Bisogna parlare di cose reali ed essere realisti. Gettare il fumo sugli occhi è uno sport che riesce troppo bene ai nostri politici. Fermo restando che la Francia è una grande democrazia ed esportare il loro sistema qui può essere un'opzione. Ma l'Italia e gli italiani dovrebbero essere pronti ed avere meno problemi urgenti di cui occuparsi. Converrà con me che non è questo il momento.

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